Giornata della Poesia
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Anche quest’anno, dopo essere stata ripresa l’anno scorso la tradizione, sarà celebrata presso la nostra scuola la Giornata della Poesia (21 marzo), a conclusione di uno specifico progetto nell’ambito della nostra Educazione alla Bellezza.
Non riteniamo la “ricerca della bellezza” qualcosa di marginale e di futile e, anche se non sappiamo se veramente “La bellezza salverà il mondo”, come afferma il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij, siamo convinti però che aiuti a non peggiorarlo.
Esattamente come diceva Peppino Impastato:
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.
All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre.
È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
E’ doveroso da parte mia evidenziare che queste iniziative sono rese possibili grazie al grande impegno dei docenti referenti e dell’intera comunità scolastica.
Vorrei infine ringraziare Daria Paoletta, l’esperta esterna, per l’entusiasmo con cui ha svolto il suo compito che traspare in questo post pubblicato su Facebook:
Oggi, ultima lezione.
La scuola media P.Pio, le insegnanti, il preside, i ragazzi, ha coraggio! Situata nella landa sperduta del tavoliere: Torremaggiore! Tra campi di grano e pomodori, lei, tutti loro coltivano poesia! Ogni anno, onorano il 21 marzo, giornata mondiale della Poesia con una manifestazione che vede partecipe tutta la scuola; da gennaio: decidono il tema, compongono poesie in classe, leggono autori classici e contemporanei. Alcuni studiano musiche, scelgono brani, suonano, recitano. Poi, ingaggiano me, operatrice esterna, per… per… per?
Io arrivo e li ascolto: i dittonghi sono duri, i suoni minacciosi, le parole mozzate. L’accento del tavoliere livella ogni poetica! Piano, piano. Respiro. Lezione dopo lezione. L’ultima: oggi, le parole forse sono più dolci?, più leggere?, i ragazzi hanno una postura più sciolta?..qualcuno supera i fogli, il leggìo, e guarda avanti.
Di sicuro, abbiamo riso riso tanto riso delle t che suonano d delle p che scivolano nelle b come le c e le g che nessuno in questo campo di sole pronuncia per quello che sono.. tanto riso… che imparare giocando è pura pura poesia della vita!
Io vi ringrazio nel cuore e nell’etere.
Il Dirigente Scolastico
prof. Matteo Scarlato
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