Visita agli anziani: il Natale come avvento di umanità.
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Alla Comunità Scolastica
Nell’ambito dell’Educazione alla Cittadinanza Attiva (Referenti le proff.sse Ercolino F. e Di Nonno), in occasione del Natale, la nostra scuola vuole riflettere sul ruolo dell’anziano nella nostra società.
Con l’allungarsi della vita media, i cittadini anziani sono sempre più numerosi. Gli anziani, a causa dell’affermarsi di un modello di società consumistica, che usa le persone in grado di produrre/consumare e le getta quando non più in grado di svolgere tali funzioni, si trovano ad affrontare da soli gravi problematiche assistenziali, economiche, previdenziali ed affettive.
Fino a pochi decenni fa gli anziani vivevano nell’ambiente familiare, normalmente accogliente, per tutto l’arco della vita, mentre oggi molte famiglie non sono più disposte a ciò, o per motivi di lavoro o per povertà educativa legata al rincorrere modelli di vita illusoriamente edonistici.
Molti anziani, pertanto, sono costretti a trasferirsi in case di riposo, dove costituiscono comunità di solitudini. Addirittura, quelli più sfortunati, in numero sempre crescente, non riescono neanche ad accedere a tali strutture e sono costretti a vivere gli ultimi anni delle loro esistenze in condizioni disumane.
Riteniamo che sia compito della scuola educare le nuove generazioni a considerare gli anziani come una risorsa, poiché il dialogo con essi e il prendersene cura arricchisce la personalità delle giovani generazioni, permettendo di non disperdere il patrimonio sociale, culturale e di tradizioni di una comunità.
Per le ragioni esposte è stata pensata l’iniziativa Ritorno al Futuro, realizzata con la collaborazione del Laboratorio Teatrale (proff. Ercolino F. e Guerra) e del Laboratorio Corale (proff. Garofalo, D’Aloia, Zannotti), consistente in una visita agli anziani ospitati presso la Casa di riposo “San Francesco” venerdì 22 c.m. alle ore 10.00, nel corso della quale vi sarà una drammatizzazione e l’esecuzione di alcuni canti per vivere insieme agli anziani la vera magia del Natale, fatta di condivisione, di gioia e di affetto.
Affinchè questo non sia un momento circoscritto solo ad un minuto gruppo di alunni, si ritiene opportuno allargare la riflessione a tutta la comunità scolastica sul valore profondo del Natale, soffermandosi in particolare sulla necessità della coesione sociale per far fronte alle tante condizioni di sofferenza presenti nella nostra società.
Tale riflessione avverrà con l’attenta lettura degli Auguri scomodi di don Tonino Bello e della poesia E’ Natale di Madre Teresa di Calcutta durante l’ora di Cittadinanza e Costituzione. Nelle classi seconde e terze sarà data la possibilità ai Rappresentanti di classe di guidare una autonoma riflessione degli studenti.
Buon Natale e felice Anno Nuovo, che porti pace, serenità e gioia a tutte le famiglie.
Il Dirigente Scolastico
Prof. Matteo SCARLATO
AUGURI SCOMODI – + Tonino Bello
Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.
Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
(testo pubblicato nel libro Alla finestra la speranza, lettere di un vescovo. Edizioni Paoline, 1988. Don Tonino Bello è nato ad Alessano, il 18 marzo 1935. E’ morto a Molfetta, dove è stato vescovo, il 20 aprile 1993),
E’ Natale – Madre Teresa di Calcutta
E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.
E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.
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