4 novembre – Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate
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Alla Comunità Scolastica
La nostra scuola, come tutte le Istituzioni della Repubblica, celebra il 4 novembre quale Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate
Come è noto il 4 novembre 1918 è la data dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti che decretò la fine della I Guerra Mondiale.
NO FESTA PER LA GUERRA MA FESTA PER LA PACE RITROVATA
Interpretiamo lo spirito del legislatore, nell’istituire la festa a partire dal 1919, non nel senso della celebrazione della vittoria nel terribile conflitto appena concluso, ma piuttosto in quello di ripristino della pace tra i popoli, forse anche con un sentimento di pentimento da parte della classe politica italiana che, come altre europee, trascinò il proprio popolo in questa immane tragedia.
In guerra infatti non c’è vittoria, come ha detto autorevolmente Papa Francesco: “[la guerra] è sempre una sconfitta per l’umanità”.
E tale sconfitta fu evidente già all’epoca. Il primo agosto 1917, dopo tre anni di inascoltati appelli ed esortazioni, papa Benedetto XV scrive la Lettera ai Capi dei Popoli Belligeranti, implorandoli di porre fine all’” inutile strage“, ponendo queste domande: “Il mondo civile dovrà dunque ridursi a un campo di morte? E l’ Europa, così gloriosa e fiorente, correrà, quasi travolta da una follia universale (…) incontro ad un vero e proprio suicidio?
La pace, inoltre, è bene ricordarlo, è un valore fondante della nostra Repubblica, sancito dalla Costituzione all’art. 11: “L’Italia ripudia la guerra (…)”
LA PATRIA
In un epoca storica in cui riprendono forza i nazionalismi e gli egoismi regionali, bisogna ricordare che la nostra Costituzione, sempre all’art. 11 recita: “[l’Italia] consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
Inoltre sarebbe bene riflettere su un uso retorico e distorto del concetto di difesa della Patria, che deve significare difesa dei valori di civiltà della comunità cui si appartiene.
Ad esempio, un pubblico dipendente che svolge responsabilmente il suo lavoro, contribuendo al buon andamento di un servizio pubblico, che rende possibile ai cittadini di godere di un diritto, difende la patria.
Forse sulla questione andrebbe tenuto maggiormente in considerazione ciò che scrisse don Lorenzo Milani nella Lettera ai Cappellani Militari (…): Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.
I docenti di Italiano delle classi terze, in collaborazione con i Referenti di Educazione alla Cittadinanza Attiva, progetteranno specifici contenuti nel curricolo di Cittadinanza e Costituzione, da esplicitare nel PTOF, e, partendo da queste considerazioni, solleciteranno gli studenti ad una approfondita riflessione sul significato della giornata.
Il Dirigente Scolastico
Prof. Matteo SCARLATO
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